Il paper discute il caso dei movimenti per i diritti delle lavoratrici domestiche e della cura, come esempio significativo di organizzazione collettiva e r-esistenza a fronte di forme di esclusione molteplice, che è possibile leggere attraverso l’utilizzo di una prospettiva intersezionale.
Negli ultimi anni, il tema dei diritti nel lavoro domestico retribuito è diventato oggetto di dibattito e mobilitazione politica, sia a livello globale, sia in numerosi contesti nazionali; ciò si è accentuato con la ratifica della Convenzione internazionale sul tema promossa dall’ILO nel 2011 (C189). Il riconoscimento di diritti lavorativi e di forme di riconoscimento sociale a questa categoria di lavoratrici (e lavoratori) è un potenziale terreno di convergenza tra questioni di giustizia sociale abitualmente separate, tra le quali: la parità di diritti nel lavoro, i diritti delle donne, il superamento di forme di discriminazione su base razzista e classista, la questione dei diritti delle persone migranti e così via. Allo stesso tempo, la regolazione del lavoro domestico è anche terreno di potenziali conflitti, capace di rivelare le asimmetrie di potere su base di genere, classe, razza, origine, cittadinanza ecc che strutturano il settore in ciascun contesto specifico. Attorno alla mobilitazione delle lavoratrici domestiche si possono dunque creare interessanti alleanze, coalizioni e forme di solidarietà complessa, così come conflitti di interesse e fratture di potere, che è utile leggere in prospettiva intersezionale.
Allo stesso tempo, i movimenti per i diritti del lavoro domestico raccolgono le istanze dei gruppi sociali marginalizzati che sono prevalentemente impiegati nel settore, in ciascun contesto specifico: ad esempio, donne di classe/casta bassa, migranti rurali, migranti internazionali, donne di minoranze etniche e razzializzati, e così via. In questo quadro, questi movimenti mettono al centro la questione delle disuguaglianze intersezionali che, nel loro intreccio, sono responsabili della posizione subordinata delle lavoratrici domestiche a scala globale e locale (legate alle relazioni tra i generi, di classe, ai processi di razzializzazione, all’esclusione da cittadinanza e diritti per le persone migranti, ecc). Essi pertanto sviluppano analisi significative sulle determinanti di tale condizione subordinata, nonché differenti strategie di azione collettiva per il suo superamento. La discussione di questi punti si basa sui risultati di una ricerca internazionale sulle trasformazioni del lavoro domestico e di cura, a livello globale e in nove paesi in Europa, America Latina e Asia ( Progetto ERC “DomEQUAL: A global approach to paid domestic work and social inequalities”, n. 678783, anni 2016-2020).