MEDIA – DomEQUAL https://domequal.eu A global approach to paid domestic work and social inequalities Sat, 11 Jul 2020 07:51:46 +0000 en-US hourly 1 Care workers, our heroes: a double edged sword https://domequal.eu/output/conversations-with-iris-care-workers-our-heroes-a-double-edged-sword/ Sat, 11 Jul 2020 07:35:30 +0000 https://domequal.eu/?post_type=output&p=2029 Sabrina Marchetti and Nina Sahraoui attended the episode “Care workers, our heroes: a double edged sword” of the “Conversations with IRiS”, the Zoomcast series on migration, mobility and immobility in contemporary society organized by the Institute for Research into Superdiversity.

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Sabrina Marchetti and Nina Sahraoui attended the episode “Care workers, our heroes: a double edged sword” of the “Conversations with IRiS”, the Zoomcast series on migration, mobility and immobility in contemporary society organized by the Institute for Research into Superdiversity.

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Presentazione “Separate in casa. Lavoratrici domestiche, femministe e sindacaliste: una mancata alleanza” https://domequal.eu/output/presentazione-separate-in-casa-lavoratrici-domestiche-femministe-e-sindacaliste-una-mancata-alleanza/ Tue, 09 Jun 2020 10:33:00 +0000 https://domequal.eu/?post_type=output&p=2022 Presentazione del volume “Separate in casa. Lavoratrici domestiche, femministe e sindacaliste: una mancata alleanza”, a cura di Beatrice Busi (Ediesse, 2020), organizzata dalla Società italiana delle storiche, in collaborazione con il Dipartimento di Scienze della Comunicazione, Studi Umanistici e Internazionali dell’Università di Urbino Carlo Bo. Interventi di: Simona Feci – Presidente SIS; Sabrina Marchetti – …

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Presentazione del volume “Separate in casa. Lavoratrici domestiche, femministe e sindacaliste: una mancata alleanza”, a cura di Beatrice Busi (Ediesse, 2020), organizzata dalla Società italiana delle storiche, in collaborazione con il Dipartimento di Scienze della Comunicazione, Studi Umanistici e Internazionali dell’Università di Urbino Carlo Bo.
Interventi di: Simona Feci – Presidente SIS; Sabrina Marchetti – Coordinatrice del progetto ERC DomEQUAL; Beatrice Busi – curatrice del volume e delle autrici Alisa Del Re, Alessandra Pescarolo, Valeria Ribeiro Corossacz, Vincenza Perilli, Alessandra Gissi, Anna Frisone, Elena Petricola, Raffaella Sarti. Grazie a Paola Stelliferi per il montaggio video.

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Le invisibili. La migrazione delle donne https://domequal.eu/output/le-invisibili-la-migrazione-delle-donne/ Wed, 06 Nov 2019 08:40:07 +0000 https://domequal.eu/?post_type=output&p=1966 Sabrina Marchetti presented the DomEqual project at the Stampa estera Conference “Le invisibili. La migrazione delle donne” (Roma, 11th March, 2019).

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Sabrina Marchetti presented the DomEqual project at the Stampa estera Conference “Le invisibili. La migrazione delle donne” (Roma, 11th March, 2019).

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FLACSO Radio Ecuador https://domequal.eu/output/flacso-radio-ecuador/ Sun, 17 Sep 2017 14:09:08 +0000 https://domequal.eu/?post_type=output&p=1715 Condiciones de las trabajadoras remuneradas del hogar, sus procesos organizativos y las luchas por sus derechos laborales

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Condiciones de las trabajadoras remuneradas del hogar, sus procesos organizativos y las luchas por sus derechos laborales

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Lautloses heer der domestic workers https://domequal.eu/output/lautloses-heer-der-domestic-workers/ Fri, 01 Sep 2017 21:03:35 +0000 https://domequal.eu/?post_type=output&p=1647 In “Magazin Mitbestimmung” LAUTLOSES HEER DER DOMESTIC WORKERS Thema Sie hüten Kinder und pflegen alte Menschen. Weltweit kämpfen die Domestic Workers um ihre Anerkennung als Lohnarbeiterinnen. Zunehmend vernetzen sich die NGOs der Unterstützerinnen, wie bei einem Treffen in Venedig. Von MICHAELA NAMUTH

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In “Magazin Mitbestimmung”

LAUTLOSES HEER DER DOMESTIC WORKERS

Thema Sie hüten Kinder und pflegen alte Menschen. Weltweit kämpfen die Domestic Workers um ihre Anerkennung als Lohnarbeiterinnen. Zunehmend vernetzen sich die NGOs der Unterstützerinnen, wie bei einem Treffen in Venedig.

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Le battaglie del lavoro domestico in un e-book https://domequal.eu/output/le-battaglie-del-lavoro-domestico-un-e-book/ Wed, 16 Aug 2017 14:15:58 +0000 https://domequal.eu/?post_type=output&p=1536 Secondo l’Organizzazione internazionale del lavoro sono 67 milioni nel mondo le persone che lavorano nel settore domestico. Le battaglie per il riconoscimento dei diritti sono iniziate da meno di vent’anni. E nonostante i progressi raggiunti in questa direzione – si pensi alla convenzione n.189 sul lavoro domestico dignitoso emessa proprio dall’Ilo nel 2011 – è ancora …

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Secondo l’Organizzazione internazionale del lavoro sono 67 milioni nel mondo le persone che lavorano nel settore domestico. Le battaglie per il riconoscimento dei diritti sono iniziate da meno di vent’anni. E nonostante i progressi raggiunti in questa direzione – si pensi alla convenzione n.189 sul lavoro domestico dignitoso emessa proprio dall’Ilo nel 2011 – è ancora molta la strada da fare affinché una delle forze lavoro più invisibili al mondo venga adeguatamente valorizzata.

Lo racconta bene l’e-book appena uscito Domestic workers speak: a global fight for rights and recognition curato dal gruppo di ricerca DomEqual e disponibile gratuitamente sulla piattaforma Open Democracy.

Il volume raccoglie le esperienze e i contributi di più di venti gruppi di lavoro e racconta le loro battaglie nel settore domestico esplorando le loro pratiche di solidarietà e di resistenza, per un pieno riconoscimento dei diritti e della professione.

“Le battaglie per il riconoscimento dei diritti in questo settore sono state molte e consistenti negli ultimi vent’anni, a scapito della convinzione diffusa che i lavoratori domestici non riescono a organizzarsi, e invece l’impegno di attiviste/i e sindacaliste/i è stato costante in tutto il mondo”, spiegano nell’introduzione Sabrina Marchetti e Giulia Garofalo, curatrici del volume insieme a Penelope Kyritsis.

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Venti anni di lotte globali dei lavoratori domestici https://domequal.eu/output/venti-anni-di-lotte-globali-dei-lavoratori-domestici/ Sat, 17 Jun 2017 19:53:12 +0000 https://domequal.eu/?post_type=output&p=1600 Nuovi movimenti per i diritti dall’Africa al Medioriente, America Latina e Europa. «Abbiamo bisogno di salari veri, giorni liberi e periodi di riposo, accesso alla sanità». «I nostri problemi sono gli stessi di milioni di persone che non hanno accesso alle garanzie sociali»

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Nuovi movimenti per i diritti dall’Africa al Medioriente, America Latina e Europa. «Abbiamo bisogno di salari veri, giorni liberi e periodi di riposo, accesso alla sanità». «I nostri problemi sono gli stessi di milioni di persone che non hanno accesso alle garanzie sociali»

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Domestic workers, le alleanze possibili con i movimenti femministi https://domequal.eu/output/domestic-workers-le-alleanze-possibili-con-movimenti-femministi/ Sat, 17 Jun 2017 19:47:06 +0000 https://domequal.eu/?post_type=output&p=1598 L'intersezionalità delle lotte fra donne di diversa origine, estrazione sociale, condizione economica, è uno dei temi più importanti dei movimenti femministi

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L’intersezionalità delle lotte fra donne di diversa origine, estrazione sociale, condizione economica, è uno dei temi più importanti dei movimenti femministi

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Video “Domestic Workers Speak” https://domequal.eu/output/domestic-workers-speak-global-struggle-rights-recognition/ Fri, 16 Jun 2017 07:00:39 +0000 https://domequal.eu/?post_type=output&p=1642 The post Video “Domestic Workers Speak” appeared first on DomEQUAL.

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La rivoluzione domestica https://domequal.eu/output/la-rivoluzione-domestica/ Wed, 31 May 2017 09:57:53 +0000 https://domequal.eu/?post_type=output&p=1147 Sabrina Marchetti interviewed by Gianluca Briguglia 8 May 2016  

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Sabrina Marchetti interviewed by Gianluca Briguglia

8 May 2016

 

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Lavoro di cura, guerra fra povere https://domequal.eu/output/lavoro-di-cura-guerra-fra-povere/ Sun, 21 May 2017 12:46:58 +0000 https://domequal.eu/?post_type=output&p=1149 Sabrina Marchetti interviewed by Geraldina Colotti 15 Feb 2017  

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Sabrina Marchetti interviewed by Geraldina Colotti

15 Feb 2017

 

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Sguardi globali sul lavoro domestico https://domequal.eu/output/press-review-venice-symposium-1/ Thu, 06 Apr 2017 12:54:11 +0000 https://domequal.eu/?post_type=output&p=1152 Il 17 e il 18 marzo presso l’Università Ca’ Foscari di Venenzia si è tenuto il simposio Global views on paid domestic work. Da questo incontro che lancia l’inizio del progetto DomEqual, sono emerse due importanti indicazioni: la necessità di intensificare le connessioni e il dialogo tra ricercatrici di diverse discipline e tra queste e gli/le attiviste …

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Il 17 e il 18 marzo presso l’Università Ca’ Foscari di Venenzia si è tenuto il simposio Global views on paid domestic work. Da questo incontro che lancia l’inizio del progetto DomEqual, sono emerse due importanti indicazioni: la necessità di intensificare le connessioni e il dialogo tra ricercatrici di diverse discipline e tra queste e gli/le attiviste che promuovono maggiori diritti per le lavoratrici domestiche e di cura, e il tema dell’intersezionalità come categoria di analisi per osservare le diverse forme di discriminazione che contraddistinguono questa occupazione e che contribuiscono a generare sistemi globali di cura ineguali. Di seguito, in sintesi, quelli che sono stati i diversi interventi che hanno animato queste giornate.

La sfida in una prospettiva storica

Dirk Hoerder, dell’Arizona State University, ha aperto la prima sessione focalizzandosi su tre punti principali: come si è andato a definire nel corso della storia il lavoro domestico anche nella sua trasformazione terminologica e figurativa, come l’analisi storica di questa occupazione dovrebbe contribuire a determinare le ragioni del suo mancato riconoscimento sociale e come l’autoconsapevolezza di essere “altro” abbia contribuito in alcuni casi, a rafforzare la posizione del lavoratore verso il datore di lavoro a proprio vantaggio. L’ “alterità” si costituisce in forza quando la consapevolezza di essere “altro” è alla base di un processo di organizzazione collettiva. Quindi si è riportato il caso delle lavoratrici migranti finlandesi che vivevano e lavoravano tra gli anni ’20 e gli anni ’30 su entrambi i lati del permeabile confine USA-Canada. Con il supporto del movimento comunista finlandese, si unirono per dare vita ad agenzie per il lavoro, reti di informazione e supporto. Una forte coscienza a partire dalla stessa condizione di migranti, ha permesso a queste lavoratrici di essere determinanti anche nei casi di lavoro forzato. Le pratiche utilizzate da queste lavoratrici sono simili a quelle che più di un secolo dopo avrebbe perseguito l’International Domestic Workers’ Federation (IDWF).

Un approccio che tenga conto dell’intersezionalità deve essere sostenuto dalle connessioni e dal dialogo che si crea tra storici e ricercatori di scienze sociali. Questo è stato il messaggio principale dell’intervento di Raffaella Sarti, dell’Università di Urbino. Per molto tempo si è sostenuta l’opinione comune che il lavoro domestico sarebbe scomparso con lo sviluppo economico, così l’interesse accademico, soprattutto di tipo storico, verso questo tema è stato scarso fino agli anni ’70. I ricercatori sociali hanno affrontato il tema dei servizi domestici solo parzialmente, come fenomeno relativo ai paesi in via di sviluppo. Sarti ad esempio cita Ester Boserup che applica la teoria dello sviluppo economico ai servizi domestici. Solo con l’inizio degli anni ’90 si è iniziato a sollevare il tema dello sfruttamento, a pensare a come e in quali forme il lavoro domestico potesse rappresentare una forma di “schiavitù moderna”. Gli anni successivi sono quelli dell’attivismo politico durante i quali le lavoratrici domestiche si sono imposte sulla scena globale con maggiore visibilità. Un momento che ha accompagnato la Convezione ILO n.189 del 2011 ed è proseguito con l’assemblea internazionale delle lavoratrici domestiche nel 2013. Il maggiore protagonismo delle lavoratrici domestiche ha favorito l’esplosione dell’interesse accademico dal 2010 fino a oggi, spostando il lavoro domestico dai margini al centro della ricerca. Sarti suggerisce di cogliere l’occasione per sviluppare una storia globale del lavoro domestico.

Genere e cura in una prospettiva globale

Rhacel Parreñas della University of Southern California (che abbiamo intervistato, ndr) ha iniziato la seconda sessione evidenziando alcuni problemi e limiti del discorso che lega il lavoro domestico al tema del traffico di esseri umani e del lavoro forzato. A livello regolamentare, le definizioni di traffico e schiavitù sono tecnicamente inesatte perché spesso sottintendono tre elementi – la delocalizzazione, l’inganno e lo sfruttamento – che tendono a vittimizzare le lavoratrici domestiche e a sminuire il ruolo delle agenzie di reclutamento. Le lavoratrici domestiche solitamente, non vengono ingannate perché scelgono consapevolmente di entrare in servitù. Questa è una relazione di proprietà, un rapporto di dominazione estrema, ma non necessariamente diventa una relazione di controllo. L’utilizzo di questi termini non riconosce le lavoratrici domestiche come agenti attive e produce ulteriori problemi nella letteratura. Questa in genere si basa su un’analisi funzionalista delle condizioni legali dei lavoratori domestici riducendo la condizione forzata ai soli dispositivi che (non) la regolano. Allo scopo di superare questo limite, Parreñas ha condotto una ricerca a Dubai e Singapore, considerati paesi di destinazione problematici, coinvolgendo oltre alle autorità ufficiali, datori di lavoro e agenzie di reclutamento, anche 282 lavoratrici migranti. I risultati mostrano che gli atteggiamenti culturali verso il lavoro domestico sono tre: la disumanizzazione, l’infantilizzazione e il riconoscimento. Tale diversità si spiega dal fatto che anche il lavoro forzato è un’esperienza moralmente mediata e che prende forma non solo in base alle regole, ma anche attraverso le culture, i valori e le ideologie dei diversi paesi. Quindi anche a partire da questi elementi riusciamo ad individuare le diverse articolazioni dei mercati globali di cura.

Con “riproduzione sociale” ci si riferisce alla produzione delle persone sia dipendenti che indipendenti, alle varie forme di lavoro e di risorse economiche, sociali e istituzionali, necessarie a mantenere i singoli e le famiglie, che opera sia nei paesi di invio che in quelli di ricezione. Secondo Eleonore Kofman della Middlesex University, riprendere un concetto classico come quello della riproduzione sociale risulta particolarmente efficace per studiare la mobilità internazionale contemporanea. Le politiche migratorie dirette ai lavoratori domestici e di cura infatti hanno un impatto limitato sulle lavoratrici migranti poiché molte si regolarizzano attraverso i ricongiungimenti familiari. Questo è vero per molti paesi europei, come Francia, Svezia e Spagna. In Asia, le famiglie di classe media o ricca cercano lavoratrici domestiche straniere mentre le famiglie appratenti a classi più basse cercano mogli straniere. Allo stesso modo la crisi della riproduzione sociale mossa da deficit di cura, di tempo e di lavoro, sono state alla base del processo di esternalizzazione delle attività di cura e domestiche al mercato avvenuta in Europa.

La dimensione migratoria in questione

L’ultima sessione è iniziata con l’intervento di Rosie Cox, della Birkbeck University of London, che ha descritto le connessioni tra la figura della ragazza alla pari e quella della lavoratrice domestica migrante. A dispetto dell’opinione generale che vede il lavoro alla pari solo come uno scambio culturale, una prospettiva internazionale rivela che molto spesso anche nel caso delle lavoratrici alla pari si tratta di donne che provengono dal Sud del mondo che investono denaro e risorse per migrare in Europa o negli USA e che attraverso le rimesse contribuiscono a supportare le proprie famiglie nonostante molti paesi ne ostacolino il ricongiungimento. Spesso queste lavoratrici sono sottoposte allo stesso sfruttamento e gli stessi ricatti delle lavoratrici domestiche migranti, ma la loro posizione può essere più vulnerabile perché ancora meno regolamentata. Nella maggior parte dei casi, la figura della lavoratrice alla pari è disciplinata solo dalle norme in ambito migratorio e si possono identificare diversi modelli di regolamentazione: debole in Australia, UK e Irlanda, media in Francia e Nord Europa e forte, quindi simile a quella di una occupazione regolare, negli Stati Uniti. La ricostruzione nello spazio e nel tempo di questa nicchia di occupazione non ufficiale permette di rafforzare anche il tema delle discriminazioni che caratterizzano il lavoro domestico. È solo attraverso una prospettiva comparata, rilancia Cox, che si resiste a quelle analisi semplicistiche che riducono le pratiche di sfruttamento a meri casi isolati.

Per definire meglio i concetti di “catene di cura globale” (Hochschild, 2000) e di “divisione internazionale del lavoro riproduttivo” (Parreñas, 2001), Margarita Barañano Cid dell’Universidad Complutense de Madrid propone di arricchire l’approccio teorico alla dimensione spaziale. Questa infatti permette di superare la dicotomia che vede un paese ricevente e un altro destinatario e di capire in che modo il contesto conti sia dal lato dell’offerta che da quello della domanda. L’allargamento analitico a tale prospettiva mira a rintracciare le diverse scale spaziali (stati, spazio transnazionale, spazi sub-nazionali o locali) dove si ancorano e posizionano le catene della cura e a cogliere come le diverse modalità e sistemi di riproduzione sociale si configurano in base ai diversi contesti locali. Barañano Cid ha presentato l’esempio della Spagna con il suo retaggio comunitarista e colonialista. In questo paese il passaggio avvenuto da un sistema di welfare di tipo familista a un familismo transazionale si può leggere anche considerando, ad esempio, il peso della domanda di cura generatosi nelle grandi città e nelle metropoli. In città come Madrid e Barcellona, infatti, si concentrano il 37% delle lavoratrici domestiche che lavorano in Spagna.

Per comprendere le differenti configurazioni del lavoro domestico in ottica comparata, è necessaria un’analisi che intrecci diversi livelli: dal regime di cura o migratorio, ai sistemi di reclutamento e di formazione. Anche questi ultimi contribuiscono alla subordinazione delle lavoratrici domestiche migranti e al rafforzamento delle norme sociali di cura tradizionali. Seguendo questa impostazione, Pei-Chia Lan, della National Taiwan University, nell’ultimo intervento della sessione ha mostrato i risultati di un analisi applicata ai casi di Taiwan e del Giappone. In Taiwan il sistema del paese ospite permette di continuare a sostenere la tradizionale organizzazione familista della cura e questo si traduce in una formazione non professionalizzante, ma che enfatizza al contrario tutte le caratteristiche del lavoro di cura informale. Il Giappone invece recluta solo lavoratori qualificati e limita i luoghi di lavoro alle strutture di cura e agli ospedali. La formazione è di tipo assimilazionista e mira a colmare la distanze culturali.

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Discriminate, poco istruite, sole: parte da Venezia… https://domequal.eu/output/discriminate-poco-istruite-sole-parte-da-venezia-ca-foscari-lindagine-sulle-lavoratrici-domestiche-43-milioni-di-donne-nel-mondo/ Fri, 17 Mar 2017 17:59:56 +0000 https://domequal.eu/?post_type=output&p=1529 Sono 43 milioni le donne nel mondo che lavorano nelle case degli altri. Le ricerche dicono che spesso si tratta di donne discriminate, povere, poco istruite, senza permesso di soggiorno o rifugiate, sole. Sulle loro condizioni di lavoro si è saputo molto poco fino agli anni Cinquanta: erano sostanzialmente delle ‘invisibili’. Poi, dall’Europa, per i lavoratori …

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Sono 43 milioni le donne nel mondo che lavorano nelle case degli altri. Le ricerche dicono che spesso si tratta di donne discriminate, povere, poco istruite, senza permesso di soggiorno o rifugiate, sole. Sulle loro condizioni di lavoro si è saputo molto poco fino agli anni Cinquanta: erano sostanzialmente delle ‘invisibili’. Poi, dall’Europa, per i lavoratori domestici (perlopiù donne, ma anche uomini e bambini) è iniziata un’era di riscatto culminata, nel 2011, nella Convenzione 189 dell’Organizzazione internazionale del lavoro sulle condizioni dignitose nel lavoro domestico.

Molto è cambiato negli ultimi anni, da quando la globalizzazione è entrata anche nelle case. Il riconoscimento delle domestiche come vere e proprie lavoratrici ha fatto emergere le loro storie, i loro diritti e anche i dati che le riguardano. Un convegno (che si tiene da oggi, venerdi 17, a sabato 18 marzo a Ca’ Foscari Zattere) – e un progetto di ricerca chiamato DomEQUAL, finanziato da uno Starting Grant dello European Research Council e coordinato da Sabrina Marchetti, professoressa di Sociologia al Dipartimento di Filosofia e Beni Culturali, mette sotto la lente il lavoro domestico in nove Paesi: oltre all’Italia Taiwan, Filippine, India, Ecuador, Colombia, Brasile, Spagna e Germania.

L’Italia è stata un Paese pioniere in questo campo – spiega Marchetti – Qui la prima legge sul lavoro domestico risale al 1958″. Eppure, sempre in Italia, restano ancora dei punti di mancata applicazione dei diritti riconosciuti alle lavoratrici degli altri settori: “I problemi maggiori riguardano le tutele della maternità e del primo anno di vita del bambino”, sottolinea Marchetti. Il rinnovo del contratto nazionale di lavoro, ormai scaduto, potrebbe essere l’occasione per colmare alcune lacune.

Per il lavoro regolare, si intende: “In Italia si stima che lavorino con un contratto due persone per ogni irregolare. Il settore vale almeno 1,5 milioni di posti di lavoro fra pulizie, babysitter e badanti. Almeno l’85% è di origine straniera, e questo significa maggiore fragilità e rischio di isolamento, minore conoscenza delle leggi e dei diritti”. Spesso questo è il primo lavoro che si trova, “ma le opportunità di qualificazione sono poche ed è difficile cambiare mestiere. Uno sbocco possibile è nell’assistenza, per chi frequenta corsi specifici come quelli per operatore socio sanitario”.

Sempre i dati indicano che in Italia 12 milioni di famiglie impiegano una persona per lavoro di cura. Oltre all’impiego diretto, tramite conoscenze e passaparola, oggi è crescente il ruolo di agenzie interinali e cooperative sociali in questo segmento del mercato lavorativo.

«Nonostante il loro importante ruolo nella società, le lavoratrici domestiche generalmente operano in condizioni molto precarie, il salario è basso, svolgono mansioni pesanti fisicamente e psicologicamente, e non godono di adeguata protezione sociale – spiega la studiosa –. Tuttavia, qualcosa è cambiato nel corso dei decenni. La ricerca, a partire da questo simposio, ci permetterà di comprendere meglio come queste lavoratrici siano riuscite, nei vari contesti internazionali, a ottenere diritti e visibilità», conclude Marchetti. Per questo lavorerà un team di ricercatrici: in Italia, oltre alla coordinatrice Marchetti, altre tre esperte: Giulia Garofalo Geymonat, Anna Di Bartolomeo e Daniela Cherubini.

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DomEQUAL on TV news https://domequal.eu/output/domequal-tv-news/ Thu, 16 Jun 2016 20:24:55 +0000 https://domequal.eu/?post_type=output&p=1570 15 June 2016

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Press conference: DomEQUAL begins https://domequal.eu/output/press-conference-domequal-begins/ Wed, 15 Jun 2016 19:28:53 +0000 https://domequal.eu/?post_type=output&p=1574 15 June 2016

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